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- APPUNTI DI FILOSOFIA DEI PROCESSI COGNITIVI
Appunti di filosofia dei processi cognitivi:
Appunti di filosofia dei processi cognitivi, anno accademico 2011/2012.
Gli argomenti affrontati sono:
• Teorie scientifiche e filosofiche della percezione
• problemi filosofici sollevati dalla questione percettiva
• il nesso sfuggente: sensazione e percezione
• l'opposizione tra aspetto fenomenologico e aspetto intenzionale
• teorie intenzionali non rappresentative e teorie intenzionali rappresentative
• la teoria del dato sensoriale
• la teoria avverbiale
• la teoria causale
• la teoria di disgiuntiva
• che cosa percepiamo? Realismo diretto contro realismo indiretto
• la teoria intenzionalista
• vedere e pensare: il confine della percezione
• visione semplice e visioni sistemica
• obiezioni alla tesi di Dretske
• concettualismo e non concettualismo
• teorie psicologiche della percezione
• costruttivismo
• la teoria computazionale della visione
• la teoria di Marr
• la modularità della mente
• critiche alla teoria computazionale
• la visione ecologica
• il paradigma sensomotorio
• teorie secondarie sulla percezione
• la percezione uditiva
• la percezione tattile
• modalità, intermodalità, modularità - i sensi in generale
Dettagli appunto:
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Autore:
Marianna Tesoriero
[Visita la sua tesi: "Mind Control: strategie di controllo mentale attraverso i media"]
- Università: Università degli Studi di Messina
- Facoltà: Scienze della Comunicazione e dello Spettacolo
- Corso: Scienze della Comunicazione
- Esame: Filosofia dei processi cognitivi
- Docente: A. Velardi
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Filosofia dei processi cognitivi Appunti di Marianna Tesoriero Università degli Studi di Messina Facoltà di Scienze della Comunicazione Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione Esame di Filosofia dei Processi Cognitivi Docente: A. Velardi Anno Accademico 2011/2012I pr obl em i del l a per cezi one TEORIE SCIENTIFICHE E FILOSOFICHE DELLA PERCEZIONE. L' intento di una te o ria scientifica è quello di spiegare com e fu n zio n a la per cezione, in virt ù di quali meccanismi ad esempio riu s c ia m o a vedere. La visione è un sistem a biologico e la scienza cerca di illu m in a rci sulla sua struttura e il suo fu n zio n a m e n to , cos ì com e fa con il sistem a re s p ira to rio . Il fa tto per ò che i fe n o m e n i per cettivi siano anche fe n o m e n i mentali com plica le cose. In pr imis poich é i fe n o m e n i mentali sono notor iamente sfuggenti allo studio attr aver so metodi empir ici rig o ro s i; in o ltre è com plicato anche circoscrivere l'a m b ito dei fa tti empir ici per tinenti ( che vanno dalle sensazioni soggettive alle pr opr iet à geometr iche della lu ce rifle s s a , dalle configurazioni di eccitazione di varie categorie di neur oni alle ris p o s te com portam entali a vari tip i di stim oli). Da non tra scu ra re poi il fa tto che la nozione stessa di mentale è suscettibile ad una molteplicit à di in te rp re ta zio n i. In par te queste dif ficolt à sono superabili ric o rre n d o all' ar ticolazione in pi ù live lli di descr izione ( ad esempio una cosa è spiegare com e fu n zio n a l'o cch io e un' altr a è spiegare com e fa ccia m o a ric o n o s c e re un oggetto, per tanto la storia che ci ra c c o n ta un neur ofisiologo im p e g n a to nello studio dei circuiti neur onali della corteccia visiva, sar à diver sa da quella che ci ra c c o n te re b b e uno psicologo cognitivista im p e g n a to in ve ce nello studio circa il modo in cui deter miniamo la lo n ta n a n za di un oggetto o che fo rm u la ip o te si su com e vengano in te g ra te la visione del colore e la per cezione della fo rm a ). Ma, ric o rre re ad una ger ar chia di live lli di descr izione por ta al pr oblema su com e correlare i diver si live lli, com e collegare il live llo pi ù alto ossia quello fe n o m e n o lo g ico , con i live lli in fe rio ri. In o ltre diver si fe n o m e n i per cettivi e diver si stili di spiegazione sono dif ficilmente ric o n d u c ib ili a un modello unitar io. Ci sono ta n te te o rie psicologiche della per cezione, descr izioni di tip o matematico o algor itmico, descr izioni basate su le g g i qualitative com e nella gestalt psychologie o ancor a descr izioni miste. Pur se con ta li dif ficolt à una scienza della per cezione esiste e ci of fr e spiegazioni di tip o “ pi ù te cn ico ” , ed esiste anche una te o ria specificam ente filo so fica della per cezione. La domanda filo so fica tra d izio n a lm e n te suscitata dai fe n o m e n i per cettivi è se e quanto della per cezione ci si possa fid a re , allucinazioni ed illu sio n i ottiche sono fe n o m e n i noti da sem pre, e poich è oggi abbiamo un' idea abbastanza chiara dei meccanismi neur ofisiologici di almeno alcuni sistem i per cettivi abbiamo anche un' idea abbastanza chiara del per ch è e in quali lim ita te circostanze illu sio n i e allucinazioni si pr oducono, MA, alcune questioni correlate a ta le domanda ancor a fa n n o si che qualche dubbio sorga ancor a: che cosa per cepiamo? Qual i sono gli oggetti della per cezione? Se riv o lg e s s im o ai filo so fi la questione di cosa sia una te o ria filo so fica ta li sosterranno che una te o ria filo so fica ambisce in pr ima ista n za a descr iver e il concetto or dinar io di per cezione cio è pr ovvede a fo rn ire un in sie m e di criteri per ric o n o s c e re un evento per cettivo: se qualcosa soddisfa i criteri allor a è un caso di per cezione. Beninteso che le te o ria fo rn ite dai filo so fi sono ip o te si, ris p o s te ai pr oblemi sopra esposti le quali nel contem po abbozzano una te o ria della per cezione, un' immagine cio è di cosa sia un atto per cettivo. Il lo ro , nella fo rm u la zio n e di una te o ria della per cezione, è il te n ta tivo di ris p o n d e re alla domanda “ Cos' è la per cezione? Cosa significa per cepir e? ” . Una te o ria scientifica della per cezione, diver samente, non assume com e pr oblematica la nozione di per cezione si concentra piuttosto e si pr opone di spiegare com e essa fu n zio n i. Tu t t a v i a questa suddivisione è tro p p o sem plicistica: la questione filo so fica di chiarire che cosa sia la per cezione non è ben distinguibile da quella re la tiv a al suo fu n zio n a m e n to , in quanto quello scopriam o sul fu n zio n a m e n to concorre a delimitar e l'a m b ito della per cezione e quindi in qualche misur a a definir la. Per tanto, una buona te o ria filo so fica della per cezione sar à una descr izione di che cos' è e di com e fu n zio n a la per cezione capace di dar conto da un la to di alcune in tu izio n i del senso com une che sem brano esser e par ticolar mente solide, dall' altr o dar à conto ai fa tti messi in lu ce dalla scienza. A una descr izione sif fatta si giunge com binando la ric e rc a empir ica e la rifle s s io n e a pr ior i, modulando la rifle s s io n e con i ris u lta ti della scienza, piuttosto che viceversa onde evitar e che i pr egiudizi filo so fici ( pr opr i del filo so fo o dello psicologo cognitivista) si sovraim pongano sulle pr ove sperim entali. Quest a è la re la z io n e che sussiste tra filo so fia della per cezione e scienza della per cezione. PROBLEMI FILOSOFICI SOLLEV A TI DALLA QUESTI ONE PERCETTIV A La per cezione, solleva diver se fa m ig lie di pr oblemi filo so fici, ru b ric a b ili in 4 categorie: questioni metafisiche, sem antiche, epistemologiche ed esplicative. Ta l i questioni sono in una certa misur a in te rd ip e n d e n ti poich é la ris p o s ta ad un certo tip o di domanda com porta in e vita b ilm e n te conseguenza anche per le altr e questioni. Le questioni epistemologiche fu ro n o pr edominanti nel 600 e nel 700 conform em ente alla pr ior it à della te o ria della conoscenza nella rifle s s io n i filo so fica post- car tesiana. La questione epistemologica centrali in filo so fia della per cezione consiste nel chiedersi com e deve esser e caratterizzata l'e sp e rie n za per cettiva se vogliam o che essa sia una fo n te af fidabile di conoscenza del mondo ester no. Nell' in te ra tra d izio n e filo so fica empir ista la per cezione è considerata il fo n d a m e n to della conoscenza e questo spiega l'im p o rta n za che la rifle s s io n e filo so fica ha costantem ente attr ibuito alla questione epistemologica e alle domande ad essa correlate, ossia: dobbiamo credere all' esistenza del mondo ester no? Qual ' è la natur a della conoscenza fo rn ita dalla per cezione? Come si passa dalla per cezione alle credenze per cettive e alle credenze non per cettive? È la per cezione la pr incipale fo n te di conoscenza del mondo ester no? L' inter esse per questo tip o di domande è scem ato nel 900 per l'in flu e n za di Wi t t gei ns t ei n e del com portam entism o lo g ico , secondo i quali l'in te ra tra d izio n e epistemologica che rim o n ta a Car tesio non è altr o che un cum ulo di fa lsi pr oblemi in d o tti da un' immagine er r onea degli stati mentali. L' er r or e consiste nel ric e rc a re il fo n d a m e n to della conoscenza in pr ocessi soggettivi e pr ivati anzich é in criteri pubblici. Lo scetticism o nasce dal considerare il pr oblema della conoscenza com e il pr oblema di che cosa pu ò conoscere con certezza una per sona che ha accesso soltanto alle pr opr ie sensazioni. Il costruttivism o lo g ico ( altr a corrente dominante della filo so fia analitica del te m p o ) te n d e va ad af fr ontar e molti pr oblemi filo so fici com e essenzialmente pr oblemi di lin g u a g g io , per tanto ben si com prende com e le questioni epistemologiche abbiano potuto la scia r spazio a un appr occio ai pr oblemi di tip o sem antico. Le questioni sem antiche , appunto, sono state centrali nel 900, il secolo della filo so fia del lin g u a g g io . La questione sem antica centrale è : quali sono le condizioni di verit à degli enunciati di tip o per cettivo, cio è che cosa re n d e veri gli enunciati per cettivi ( x vede che p, o sente che x, y vede un x) ? fo rn ire ta li condizioni è per il par adigma dominante della filo so fia del lin g u a g g io del 900 equivale a dar e il significato di questi enunciati. Sebbene fo rm u la te in te rm in i lin g u istici e specificatam ente sem antici, queste domande hanno una por tata metafisica , nel senso che le ris p o s te che vengono date ci dicono qualcosa su che cosa è la per cezione; in gener ale chi pr opone una sem antica per una por zione di lin g u a g g io , contrae, volente o nolente, degli im p e g n i ontologici, cio è fa delle scelte circa che tip o di cose ci sono nel mondo. Negl i ultimi 30 anni del secolo scorso, il tra m o n to della filo so fia lin g u istica che vede i pr oblemi di filo so fia com e pr oblemi di lin g u a g g io , e il pr ocesso di fo rte specializzazione che ha caratterizzato la te o ria sem antica, nonch é la popolar it à della filo so fia della mente, hanno aper to una nuova fa se in filo so fia della per cezione ria b ilita n d o le vecchie tra d izio n a li questioni metafisiche ed epistemologiche in tre ccia te alle questioni esplicative pr opr ie della ric e rc a scientifica. La domanda esplicativa centrale è : Come fu n zio n a la per cezione? Le diver se ris p o s te a ta le non sono pi ù considerate irrile va n ti per le questioni filo so fich e tra d izio n a li. IL NESSO SFUGGENTE: sensazione e per cezione I pr oblemi pi ù spinosi della filo so fia della per cezione der ivano pr opr io dalla com plessa e sfuggente re la z io n e che sussiste tra la per cezione e la sensazione . A pr ima vista si dir ebbe che il te rm in e per cezione si rife ris c e pr incipalmente all' atto di cogliere gli oggetti del mondo; il te rm in e sensazione si rife ris c e ai vissuti in pr ima per sona. Ma in re a lt à , ogni atto per cettivo è accompagnato da un vissuto in pr ima per sona: non c' è per cezione senza sensazione. Le analisi del concetto di per cezione hanno cercato di catturare sia l'a sp e tto fe n o m e n o lo g ico ossia quello che attiene al vissuto in pr ima per sona ( a quello che ci sem bra, sentiam o o pr oviamo in un atto di per cezione) , sia l'a sp e tto in te n zio n a le ossia quello che attiene al fa tto che in un atto per cettivo siam o af facciati sul mondo, consapevoli degli oggetti che lo popolano e delle lo ro pr opr iet à . Da un la to ci ò che re n d e per cettivo un certo evento sem bra esser e l'e siste n za di una re la z io n e oggettiva tra un agente e il mondo ester no, in virt ù della quale alcune in fo rm a zio n i re la tiv e a stati e oggetti del mondo vengono re s e disponibili a un agente consentendogli di muover si ef ficacemente nell' ambiente di fo rm a rsi le sue credenze sul mondo. Dal l ' al t r o la to per ò poich é non esiste per cezione ( estr azione di in fo rm a zio n i tra m ite i sensi) senza un qualche gr ado di coscienza fe n o m e n ica ; quindi poich é non c' è per cezione senza esper ienza è dif ficile poter pensar e di par lar e della per cezione senza considerare la sensazione, in te sa com e vissuto in pr ima per sona, esper ienza. Secondo un altr o senso e modo in cui viene usato il te rm in e sensazione, ta le è uno stadio del pr ocesso per cettivo; noi per tanto giungiamo a per cepir e il mondo ester no tra m ite la sensazione la quale sarebbe una sorta di pr imo contatto tra l'o rg a n ism o e l'a m b ie n te , mentr e la per cezione è esper ienza cosciente del mondo com e di un in sie m e coerente di oggetti, pr opr iet à e re la z io n i. Secondo Paolo Spinicci la sensazione è par te della per cezione poich é la re la z io n e per cettiva col mondo e il vissuto in pr ima per sona sono in e strica b ilm e n te in tre ccia ti, ta n to vale rin u n c ia re a distinguer li e considerare la per cezione com e un pr odotto secondario della sensazione. Secondo un' altr a te si che tra e i suoi spunti dalla tra d izio n e dell' empir ismo in g le se , la sensazione è una stadio della per cezione e com e ta le una sua condizione: la per cezione si pr esenta com e un pr ocesso che com incia con la rile v a z io n e da par te dei re c e tto ri sensoriali di in fo rm a zio n i veicolate dalle variazioni di certe gr andezze fisich e e pr osegue con l'e la b o ra zio n e dei segnali ner vosi pr odotti dai re c e tto ri da par te di alcuni circuiti neur ali per ifer ici. Se chiam iam o “ sottosistem a sensoriale ” l'in sie m e dei re c e tto ri pi ù i circuiti, avr emo diver si sottosistem i sensoriali, uno per ciascuno dei 5 sensi. Or a, sebbene qualche segm ento di ta li pr ocessi possa dar e lu o g o a ef fetti consci, questi di elabor azione non sono suf ficienti a pr odur r e ci ò che com unem ente chiam iam o per cezione che ric h ie d e bens ì ulter ior i elabor azioni di live llo superiore. Se con sensazione in te n d ia m o gli stadi rim a ri di elabor azione sar à le g ittim o dir e che la per cezione si re a liz z a attr aver so la sensazione. I sensi in te si com e sottosistem i sensoriali, da soli non giungo a dar ci la per cezione com piuta del mondo, ma sono per essa necessar i e ne costituiscono la par te pr eponder ante. Quest i due modi di caratterizzare l'id e a che la per cezione si re a liz z a attr aver so la sensazione o che la sensazione sia uno stadio della per cezione rin v ia n o a due pr ospettive diver se distinte in quanto in un caso la sensazione mantiene quei caratteri di soggettivit à pr opr i del vissuto, mentr e nell' altr o caso la sensazione è costruita in modo oggettivo sulla base di un certo modello neur ofisiologico del pr ocesso per cettivo. Se si riu s c is s e a fa r vedere che un deter minato segm ento del pr ocesso di elabor azione da par te dei sottosistem i sensoriali corrisponde a un ben pr eciso tip o di vissuto in pr ima per sona, la te si della sensazione com e dato su cui si costru isce la per cezione tro ve re b b e un certo fo n d a m e n to ; in re a lt à per ò l'a tte n d ib ilit à dei re s o c o n ti dei vissuti in pr ima per sona è stata messa in discussione da alcuni autor i cos ì com e la re la z io n e tra per cezione e sensazione, la quale re s ta tu tt'o g g i controversa. Un altr o modo di caratterizzare la distinzione tra per cezione e sensazione si basa sulla dicotomia kantiana tra spontaneit à e ric e ttiv it à : la sensazione sarebbe mer a ric e ttiv it à , il subire cio è da par te dell' or ganismo certe im p re ssio n i. La per cezione in ve ce sarebbe un' attivit à in te lle ttu a le fo n d a ta sullo sfruttam ento delle categorie concettuali. La distinzione tra sensazione e per cezione è una questione assai com plessa e, ciascuno dei modi di considerare il ra p p o rto tra le due solleva conseguenti pr oblemi. Secondo la tra d izio n e dell' empir ismo in g le se la sensazione è ci ò che è im m e d ia ta m e n te dato dalla coscienza ed è per tanto il dato epistemologico pr imar io da cui par tir e; la per cezione viene solo dopo poich é gli oggetti del mondo sono costruiti lo g ica m e n te , in fe riti dai contenuti di esper ienza. L' OPPOSIZIONE TRA ASPETT O FENOMENOLOGICO E ASPETT O IN T E N Z IO N A L E Per quanto rig u a rd a l'o p p o sizio n e tra per cezione com e fin e stra sul mondo e per cezione com e esper ienza in pr ima per sona : se ci si colloca nella pr ima pr ospettiva è natur ale vedere un evento per cettivo com e un tip o di atto che ha un oggetto o un contenuto (Ve d o AT T O un alber o OGGETT O) da questo punto di vista gli stati per cettivi sono stati in te n zio n a li cio è stati che vertono su qualcos' altr o; l'in te n zio n a lit à è la pr opr iet à peculiar e degli stati mentali di vertere o di esser e dir etti verso qualcosa. Cr edenze, desider i, in te n zio n i ecceter a sono stati in te n zio n a li in quanto vertono su qualcosa di deter minato, le per cezioni sarebbero in ta l modo assimilabili agli stati cognitivi com e le credenze e i desider i: non si pu ò per cepir e senza per cepir e qualcosa di deter minato. In questa pr ospettiva quindi un evento o un atto per cettivo è per tanto un tip o di stato in te n zio n a le . Gl i stati in te n zio n a li sono tip ica m e n te caratterizzati anche com e stati ra p p re s e n ta tiv i nel senso che pr esentano il mondo in un certo modo, vero o fa lso che ci ò sia. Come sostengono i sostenitori della natur a in te n zio n a le e ra p p re s e n ta tiv a della per cezione la dif fer enza tra stati per cettivi e stati cognitivi ris ie d e re b b e nel fa tto che solo i pr imi sono veridici. Av e r e pensier i non veridici è assai pi ù com une che aver e per cezioni er r onee. Sempr e sulla base di ta le pr ospettiva, anche la per cezione avr ebbe un qualcosa di in te n zio n a le in quanto è conseguenza vede la sensazione a par tir e da ta le pr ospettiva com e a una re la z io n e in te n zio n a le con un contenuto ( vedi il tra m o n to , un' esper ienza visiva tra un soggetto e un contenuto ossia il sole calante) tu tta via la caratterizzazione in te n zio n a le non è n é obbligator ia n é ovvia ( aver e una certa sensazione per esempio pr ovar e un dolor e, è caratterizzabile nei te rm in i di un' af fezione del mio corpo non necessar iamente riv o lta a un oggetto specifico). Thomas Reid distingueva per cezione e sensazione pr opr io in base a ta le criterio: la per cezione è in te n zio n a le la sensazione, no. Il pr oblema ris ie d e nella pr esunta natur a non in te n zio n a le di alcune pr opr iet à dell' esper ienza per cettiva: se per cepir e è davver o sotto qualche aspetto com e aver e la nausea allor a ci sono pr opr iet à della per cezione che non sono catturabili all' inter no del punto di vista in te n zio n a le . Il punto di vista fe n o m e n o lo g ico ossia quello che guar da alla per cezione com e a un certo tip o di esper ienza in pr ima per sona è stato pr edominante fin o al 700, mentr e il punto di vista in te n zio n a le è divenuto popolar e a par tir e dalla seconda met à del secolo scorso. Il dato di par tenza del punto di vista fe n o m e n o lo g ico è l'e sp e rie n za in pr ima per sona mentr e la nozione di in te n zio n a lit à non è te m a tizza ta : il pr oblema non è com e sia possibile che gli stati di esper ienza vertano su qualcosa bens ì com e ( in conform it à delle correnti pr edominanti nel secolo) possano dar ci la conoscenza. In un certo senso l'in te n zio n a lit à è data per scontata, in trin se ca al concetto di esper ienza. La situazione SI È OGGI ROVESCIA T A, da un punto di vista in te n zio n a le ci si chiede: com e pu ò un sistem a che si è evoluto per veicolare in fo rm a zio n i sull'am biente dar e lu o g o anche a un' esper ienza in pr ima per sona? Aspetto in te n zio n a le e fe n o m e n o lo g ico re s ta n o ben distinti, anzi, l'a sp e tto fe n o m e n o lo g ico dal punto di vista in te n zio n a le è pr opr io un pr oblema, in quanto: poich é molti sistem i ar tificiali possono veicolare in fo rm a zio n i sull'am biente ci si chiede per ch è la nostr a in te n zio n a lit à si accompagni a un vissuto in pr ima per sona; in o ltre sem bra che ta li vissuti in pr ima per sona in clu d a n o anche una serie di pr opr iet à dette Qual i t at i ve che sfuggirebbero alla descr izione in te n zio n a le ( per esempio le sensazioni ta ttili che pr ovo nell' accar ezzar e un gatto o quelle uditive dif ficilmente dissociabili dalle sensazioni emotive) . Sebbene siano in tre ccia ti nell' esper ienza per cettiva, una cosa è il contenuto in te n zio n a le e un' altr a è la qualit à dell' esper ienza. La seconda in virt ù della sua natur a pr ivata, descr ivibile solo in pr ima per sona, non sarebbe rid u c ib ile al contenuto in te n zio n a le . TEORIE IN T E N Z IO N A L I NON RAPPRESENT A TI VE E TEORIE IN T E N Z IO N A L I RAPPRESENT A TIVE La re la z io n e tra aspetto in te n zio n a le e aspetto fe n o m e n o lo g ico è alla base di tu tte le questioni pi ù in trica te sollevate dalla rifle s s io n e filo so fica sulla per cezione e a seconda di quale atteggiamento si ha nei rig u a rd i di ta le pr oblema avr emo dif fer enti te o rie filo so fich e . Possiamo distinguer e 3 tip i di te o rie : In te n zio n a li non ra p p re s e n ta tiv e . Per ta le classe di te o rie l'a sp e tto fe n o m e n o lo g ico non è pr oblematico per una te o ria della per cezione. La per cezione è l'a ttivit à o fa co lt à di cogliere in fo rm a zio n i dal mondo ester no; nell' eser cizio di ta le fa co lt à i soggetti si tro va n o in una re la z io n e dir etta, cio è non mediata da ra p p re s e n ta z io n i, col mondo; ta li te o rie sono cio è in te n zio n a li solo nel senso debole di distinguer e l'a tto per cettivo dal suo contenuto. Il contenuto dell' esper ienza non è un' immagine ( di un sole al tra m o n to ad esempio) ma è il fa tto stesso. In te n zio n a l-ra p p re se n ta tive fo rti E In te n zio n a l-ra p p re se n ta tive deboli. Ta l i due classi di te o rie in te n zio n a l-ra p p re se n ta tive oltr e che a condividere la te si secondo cui gli stati di esper ienza per cettiva sono ra p p re s e n ta z io n i del mondo, sono accomunate anche dal rite n e re che una buona te o ria della per cezione debba dar conto ta n to dell' aspetto fe n o m e n o lo g ico quanto di quello in te n zio n a le . I sostenitori della te o rie in te n zio n a l-ra p p re se n ta tiva fo rte ossia gli in te n zio n a listi rite n g o n o che l'a sp e tto fe n o m e n o lo g ico sia rid u c ib ile all' aspetto in te n zio n a le , nel senso che non ci sono pr opr iet à qualitative di cui non si possa dar e conto in te rm in i di contenuto in te n zio n a le , pr opr ietà com e la ro s s e z z a o la to n a lit à di un suono non sono altr o che i modi in cui le pr opr iet à del mondo ci sono date. In ve ce , per le te o rie in te n zio n a l-ra p p re se n ta zio n a li deboli gli aspetti fe n o m e n ici non sono rid u c ib ili a quelli in te n zio n a li: l'e sp e rie n za per cettiva contem pla sia sia pr opr iet à ra p p re s e n ta tiv e sia pr opr iet à in trin se ca m e n te qualitative, secondo ta li te o rie l'a sp e tto in te n zio n a l-ra p p re se n ta tivo non caratterizza in modo esaustivo il contenuto dell' esper ienza per cettiva deboli, per questo) . Te o r i e fi l osofi che del l a per cezi one Le te o rie filo so fich e della per cezione sono, in lin e a di massima, analisi del concetto or dinar io di per cezione, mir ano cio è a chiarire che cos' è secondo il senso com une la per cezione, qual' è la sua natur a. In ta le pr ospettiva, i modi di par lar e sono considerati per tinenti per com prendere la natur a dei fe n o m e n i in questione. Alcuni filo so fi rite n g o n o che la te o ria debba dar conto soprattutto di com e par liamo, cosicch é un eventuale conflitto tra descr izione te o rica e uso lin g u istico deve ris o lv e rs i a vantaggio dell' uso lin g u istico ; altr i sono in ve ce pi ù sospettosi nei confronti del lin g u a g g io natur ale rite n e n d o che la sua fo rm a superficiale sia in g a n n e vo le e che occor r a fa re delle oppor tune par afr asi per cogliere il vero significato di questo o quel verbo di per cezione. A pr escinder e da ci ò in gener ale vi è un' attenzione molto alta per il dato lin g u istico . LA TEORIA DEL DA T O SENSORIALE È stata la te o ria standard della rim a met à del 900; concezione da cui oggi la maggior par te degli autor i ha pr eso le distanze; nonostante ci ò essa re s ta un punto di rife rim e n to im p re scin d ib ile per com prendere il dibattito re c e n te . La te o ria vale per la per cezione in gener ale ma si applica in pr ima ista n za alla visione in par ticolar e. La te o ria dei sense-data si in scrive nel quadr o te o rico gener ale dell' empir ismo in g le se del 6- 700 secondo cui il mondo viene per cepito in d ire tta m e n te per il tra m ite delle sensazioni. La te o ria si espr ime in 4 te si: Quando una per sone ha un' esper ienza per cettiva si tro va in una re la z io n e con ente psichico, il dato sensoriale, il quale è il contenuto fe n o m e n ico dell' esper ienza. È dipendente dalla mente, ci ò in quanto ta li dati sensoriali esistono solo nell' esper ienza: la lo ro esistenza ric h ie d e una mente. I sense data danno conto di com e le cose appaiono al soggetto di esper ienza a pr escinder e da com e stiano le cose di fa tto . Il dato sensoriale non è un' idea o una ra p p re s e n ta z io n e dell' oggetto fisico in quanto il contenuto fe n o m e n ico dell' esper ienza per cettiva è di live llo pi ù elementar e e ancor a in d e te rm in a to : si ritie n e in ve ce che le id e e di oggetto fisico vengano in fe rite dai sense data. Il dato sensoriale non è una nozione empir ica, bens ì lo g ica e fe n o m e n ica . Logica in quanto si ritie n e in d isp e n sa b ile postular e sense data per spiegare certi fa tti per cettivi; fe n o m e n o lo g ica poich é essa da conto di ci ò che appar e al soggetto di esper ienza. Si ritie n e in o ltre che i sense data abbiano un ru o lo epistemologico in quanto è a par tir e da essi che si costruisce l'in te ra conoscenza, sono considerati com e gli elementi atomici e basilar i del pr ocesso conoscitivo. Gl i ar gomenti fo n d a m e n ta li per la te o ria del dato sensoriale e per la correlata te si dell' esistenza dei sense data sono: l'a rg o m e n to dell' allucinazione e quello dell' illusione. L' ARGOMENT O DELL' ALLUCINAZIONE par te da 2 pr emesse: È possibile che uno stato di allucinazione e uno stato di esper ienza veridica siano fe n o m e n o lo g ica m e n te in d istin g u ib ili. Quando un soggetto si tro va in uno stato di allucinazione non esiste alcun oggetto re a le che abbia causato quello stato o che sia a qualche tito lo costitutivo dell' esper ienza allucinator ia. Per tanto a par tir e da ci ò si deduce che il contenuto dell' esper ienza allucinator ia è un' ente mentale ( il dato sensoriale). In fa tti in un' esper ienza allucinator ia c' è qualcosa di cui le per sone sono consapevoli che tu tta via non è un oggetto o una pr opr iet à del mondo ester no. Per tanto si sostiene che il contenuto di qualsiasi esper ienza è un dato sensoriale. L' idea è che sono le pr opr iet à fe n o m e n o lo g ich e a deter minar e il contenuto di un' esper ienza. La natur a di un' esper ienza è per tanto deter minata dalla sua fe n o m e n o lo g ia . L' ARGOMENT O DELLE IL L U S IO N I Le illu sio n i sono fe n o m e n i re la tiv a m e n te com uni nei quali un oggetto ci appar e diver so da com ' è in re a lt à ed eventualmente diver so da com e ci appar e nor malmente. Per esempio, un bastoncino im m e rso nell' acqua ci appar e ta g lia to in due e dai bor di non ben distinti; un fru tto dolce ha un gusto amar o se mangiato dopo qualcosa di ancor a pi ù dolce. In ta li circostanze siam o consapevoli di una pr opr iet à che un oggetto re a le non possiede, quindi ci ò di cui fa ccia m o dir ettamente esper ienza non pu ò esser e l'o g g e tto re a le bens ì qualcosa che viene gener ato dal sistem a per cettivo, un ente mentale di qualche gener e. Si potr ebbe sostenere, volendo, che nelle illu sio n i il contenuto sia un dato sensoriale, nella per cezione veridica il contenuto sia l'o g g e tto re a le , ma non avr ebbe senso rite n e re che un oggetto ad un certo punto sm etta di esser e veridico e diventi un dato sensoriale. Per tanto si ritie n e pi ù ra g io n e v o le supporre che il contenuto dell' esper ienza sia un dato sensoriale anche quando vedo il bastoncino fu o ri dall' acqua e mi appar e per quel che è con le pr opr iet à che conosco. Il contenuto dell' esper ienza ( per virt ù della ra g io n e v o le z z a ) non è l'o g g e tto re a le ( ma il dato sensoriale). Le qualit à secondarie sarebbero quelle pr opr iet à che gli oggetti del mondo non possiedono in trin se ca m e n te ma che si manifestano soltanto nell' esper ienza. I colori ad esempio non sono pr opr iet à oggettive delle cose: soggetti di esper ienza diver si ad esempio un uomo e un animale vedono un oggetto com e avente un colore dif fer ente. L' esper ienza fe n o m e n ica del colore di un qualsiasi oggetto è deter minata in par te da pr opr iet à fisich e oggettive, cio è dalla lu n g h e zza d' onda della lu ce rifle s s a , ma sistem i sensoriali dif fer enti tra d u co n o una stessa lu n g h e zza d' onda in un dif fer ente contenuto fe n o m e n ico . Dunque, non pu ò ( si ri-s o s tie n e ) esser e l'o g g e tto in quanto ta le il contenuto dell' esper ienza, si postulano in ve ce sense data. OBI EZI ONI ALLA TEORIA DEL DA T O SENSORIALE Le maggior i per plessit à che la te o ria del dato sensoriale solleva sono essenzialmente due. La pr ima è che sem bra ra g io n e v o le rife rire le pr opr iet à di cui ci sem bra esser e consapevoli in uno stato di esper ienza agli oggetti fisici e non agli stati mentali ( per esempio la ro s s e z z a : diciamo che sono i pomodor i ad esser e ro s s i non le nostr e esper ienza di pomodor o) . Per tanto, dalla pr emessa secondo cui i sistem i sensoriali contribuiscono a deter minar e la fe n o m e n o lo g ia dell' esper ienza non segue che le pr opr iet à di cui siam o consapevoli non siano le pr opr iet à delle cose stesse. La seconda per plessit à è che lo statuto dei sense data in quanto enti mentali è pr oblematica poich é che cos' è esattamente un ente mentale? Oggi la maggior anza degli studiosi cerca di ovviar e a ta le pr oblema ip o tizza n d o che ta li enti abbiano una re a liz z a z io n e fisica . Se i sense data sono re a li allor a devono aver e una collocazione nello spazio-tem po, quindi si te n d e ad id e n tifica rli con strutture neur ofisiologiche:l' identificazione degli stati mentali e specificam ente degli stati d' esper ienza con stati cerebrali re s ta per ò uno dei pr oblemi pi ù spinosi della filo so fia della mente odier na. A pr escinder e dal fa tto che una lo ca lizza zio n e fisica dei sense data ci por ta fu o ri dal lo ro quadr o te o rico il quale è fo n d a to sulla re a lt à in trin se ca dell' appar enza e sull'irriducibilit à del dato fe n o m e n ico . Una critica pi ù dir etta è stata quella di Austin in quale ha in la rg a par te attaccato gli ar gomenti della te o ria dei sense data ossia illu sio n e e allucinazione: secondo Austin l'ip o te si in sintonia con il senso com une e con i nostr i modi or dinar i di par lar e è quella secondo cui l'e sp e rie n za allucinator ia non ha alcun oggetto, mentr e l'e sp e rie n za veridica ha per contenuto l'o g g e tto re a le . Nel l e allucinazioni ci sem bra di esper ir e un oggetto ma in re a lt à non c' è alcun oggetto; quanto alle illu sio n i sono esper ienza che hanno un oggetto che appar e diver samente da com ' è . La questione in discussione è pi ù pr ecisamente quella di capire che cosa è un' appar enza: dir e che ci sono dati sensoriali cio è oggetti che hanno esattamente le pr opr ietà appar enti. Ma in re a lt à l'ip o te si dalla quale Austin vuole pr oceder e per la critica ric h ie d e un sostegno in d ip e n d e n te da ar gomenti com e quello dell' allucinazione. Come sostenne Jackson, chi critica la te o ria dei sense data rie s c e nell' intento di mostr ar e che gli ar gomenti non sono decisivi ma non of fr e alcuna spiegazione alter nativa delle illu sio n i o dei fe n o m e n i allucinator i. In assenza di questa te o ria alter nativa ci te n ia m o i sense data. Si è cercato di elabor ar e te o ria capaci da un la to di non in co rre re in fo rm e di fe n o m e n ism o per le quali il mondo non è che un fa scio di sensazioni, e dall' altr o nella re ific a z io n e ( re n d e re concrete le appar enze) delle appar enze o pr opr iet à sensoriali ( vedi la te o ria avver biale e quella causale le quali cercano di emendar e la lo ro te o ria del dato sensoriale a par tir e da questo punto) .