Economia aziendale:
Appunti del corso di economia aziendale II, completi di tutti gli argomenti compresi nel corso, trattano le modalità di redazione del bilancio, i postulati del bilancio di esercizio, oltre che tutta la parte connessa all’analisi della redditività aziendale e della struttura patrimoniale, e contengono un’approfondita analisi delle singole poste ricondotte negli schemi di bilancio.
Dettagli appunto:
- Autore: Greta Guidetti
- Università: Università degli Studi di Pisa
- Facoltà: Economia
- Corso: Economia Aziendale
- Esame: Economia aziendale II
- Docente: Castellano Nicola, Fontana Gino
Questa è solo un’anteprima: 17 pagine mostrate su 87 totali. Registrati e scarica gratis il documento.
ECONOMIA AZIENDALE II Appunti di Greta Guidetti Università degli Studi di Pisa Facoltà di Economia e Management Corso di laurea in Economia Aziendale Esame di Economia Aziendale II Docenti: Castellano Nicola, Fontana Gino Anno accademico - 2022/2023Il bilancio di esercizio è una sintesi delle rilevazioni di contabilità generale, riferibile a un determinato arco temporale, è fondamentale ricordarsi che fa riferimento a un periodo, per cui emerge complessità nell’esprimere se una certa attività è riferibile ad un periodo o meno; si usa il principio della competenza economica. Il bilancio di esercizio è come una foto del risultato di periodo derivato dalle operazioni di gestione, multidimensionale, fa emergere l’utile o la perdita di periodo, che si misura nel prospetto di bilancio detto conto economico. Lo stato patrimoniale è il prospetto che permette di valutare il risultato in termini di equilibrio finanziario patrimoniale. L’equilibrio di un’azienda infatti non si può misurare solo in termini economici, ma è necessario anche un’equilibrio finanziario. In questa comunicazione emergono emittente, destinatario e oggetto. Dato che gli aspetti con cui si valuta la salute dell’azienda sono molteplici, servono diversi prospetti, il CE che permette di considerare le differenze tra costi e ricavi e il reddito e lo SP che mette in relazione la situazione della attività e passività che sottolineano il patrimonio netto. Il bilancio si può redarre per fornire informazione alle persone poste all’esterno o interno dell’azienda, nel secondo caso vi è più flessibilità nel decidere l’approfondimento delle voci… nel primo caso invece, la regolamentazione per la sua redazione è costituita dal codice civile che fissa diversi criteri, come quello prudenziale per la valutazione del magazzino, cosa che non è così rigida nel caso di bilancio diretto all’interno. Ultimo prospetto è il rendiconto finanziario, nel quale si illustrano i movimenti di liquidità, i flussi di cassa, dato che le ultime crisi finanziarie hanno portano molti casi di aziende con un CE con un grande risultato economico a cui però non si univa la capacità degli amministratori di produrre denaro, questo porta una situazione problematica. Le aziende falliscono quando si dichiara lo stato di insolvenza, cioè lo stato di incapacità di ripagare i debiti dovuto alla mancanza di liquidità. Gli anglosassoni, americani, hanno una logica per cui un’azienda va bene se produce denaro, non si interessano al conto economico. Capiamo l’importanza del rendiconto finanziario che ci fa capire se dai diversi ambiti di gestione aziendale può emergere un flusso di cassa positivo, cioè vediamo entrate e uscite di denaro, la cui somma algebrica lascia un margine positivo all’azienda, si incassa più denaro di quanto se ne paga. L’annual report o bilancio di esercizio, consiste nel realizzare tutti questi documenti oltre alle informazioni descrittive come la nota integrativa, la relazione sulla gestione… comunicando con questi ultimi anche informazioni istituzionali come la composizione del consiglio di amministrazione, le attività di ricerca e sviluppo, del personale… Importante nello stato patrimoniale è il patrimonio netto, un fondo di valori che rappresenta il capitale proprio, ed è una garanzia verso i terzi, quando ad esempio diciamo che un’azienda è molto patrimonializzata, significa che è solida, da una sicurezza a chi deve ricevere soldi da questa azienda. Il patrimonio netto è definito equity dagli anglosassoni. Non esprime il valore dell’azienda ma è appunto un fondo. Ci sono differenze tra bilancio per interno e per esterno, se per l’esterno il bilancio deve rispettare le norme definite dalla legge ed è importante per trasmettere un’informazione chiara, leggibile della propria situazione a tutti i soggetti esterni, come attori del sistema operativo e competitivo, i portatori di risorse finanziarie, produttori informativa derivata, revisori, ma anche fisco… il bilancio di esercizio ha una scadenza ben definita, deve essere approvato dall’assemblea nelle società di capitali ed è un documento da inviare alle camere del commercio e rendere pubblico. Il bilancio presenta dei limiti informativi, il primo legato al fatto che si fotografa un risultato già avvenuto, guarda indietro, questo è un limite essendo l’azienda in continuo movimento, e quando si va a visualizzare questo documento, la situazione aziendale sarà già variata. Per legge il bilancio si deposita entro 120 giorni dalla fine del periodo a cui si riferisce. La bravura di chi lo legge sarà di interpretare le possibile prospettive future, si soddisfa un fabbisogno informativo prospettico, con un documento rivolto al passato. Il bilancio non permette di valutare i rischi aziendali, come l’indisponibilità di materie prime che potrebbe bloccare processi di produzione e di vendita, ossia in periodi successivi si possono manifestare rischi che vanno a peggiorare i risultati. Esclude i rischi che impattano sull’azienda che si possono presentare modificando le performance aziendali. Inoltre non permette di apprezzare i processi di creazione di valore, ne gli intangibles, cioè fattori produttivi intangibili, che contribuiscono significativamente il successo aziendale: ad esempio per una casa di moda, sarebbe fondamentale l’aspetto, che la differenzia dai concorrenti; questi elementi non figurano nel bilancio, ma analizzando le cause che portano un risultato, considerare anche questi beni risulta fondamentale. Per evitare discrezionalità e valutazioni soggettive, i legislatori hanno deciso di escludere la valutazione di questi fattori seppur fondamentali. Permette di apprezzare i risultati dal punto di vista economico- finanziario e patrimoniale e dal punto di vista dei flussi di cassa, l’unità di misura con cui tutti questi elementi si valutano è quella monetaria, ci sono 1elementi che potrebbero essere considerati come volumi di vendita, produzione… che non trovano collocazione nel bilancio. Ha degli importanti riflessi giuridici: È importante per la determinazione delle imposte sul reddito da pagare, che possono aumentare o diminuire in base al reddito. Si determina il reddito imponibile su cui si applicano le aliquote fiscali per trovare il gettito; Altro riflesso giuridico guarda ai soci, infatti il risultato di bilancio è il punto da cui si parte per valutare la possibilità di distribuire i dividendi, connesso al risultato di periodo che sicuramente dovrà avere un esito positivo per poter almeno considerare questa distribuzione; Il bilancio è lo strumento fondamentale usato dai creditori a tutela dei loro interessi, i creditori arriveranno ad allarmarsi se lo stato patrimoniale dimostra un disequilibrio con risultati economici dal punto negativo e importo significativo, i risultati negativi di periodo vanno a rosicchiare il capitale proprio e si potrebbe arrivare ad un capitale netto con segno negativo, per questo la legge obbliga gli amministratori ad intervenire per ricostituire il capitale netto. Un’azienda con capitale netto di 12000 euro, poniamo che in un periodo il risultato economico sia di -5000 , con un risultato che rode il capitale netto portandolo a 7000. Secondo il codice civile quando si verifica una perdita che fa scendere il capitale netto di oltre un terzo, gli amministratori devono convocare l’assemblea e prendere provvedimenti per sistemare la situazione, ad esempio si pongono limiti legali sotto cui il capitale netto non può scendere e deve essere ricostituito, dato che è un fondo che va a garantire i terzi creditori. IL BILANCIO STATO PATRIMONIALE Contenuti e struttura disciplinati dal codice civile, è un prospetto a sezioni contrapposte, cioè presenta due colonne affiancate. A sinistra abbiamo la sezione delle attività contrapposta a quella delle passività e patrimonio netto. Lo stato patrimoniale rappresenta la composizione del patrimonio, lo stato di un’azienda si delinea nei riferimenti di tutte le attività che l’azienda possiede e non ha ancora utilizzato. Nel CE vanno i costi di periodo cioè i costi sostenuti per fattori produttivi che nel periodo in questione hanno ceduto la loro utilità e sono stati utilizzati. Nell’attivo dello SP, Fattori produttivi ad utilità pluriennale, comprati con l’intenzione di utilizzarli per molto tempo; ad esempio un macchinario, il cui costo è inserito all’interno di un aggregato detto IMMOBILIZZAZIONI, cioè fattori produttivi che gli amministratori pensano di poter utilizzare per più cicli. La quota di questo costo che partecipa alla formazione del risultato di periodo viene detta QUOTA DI AMMORTAMENTO, che non rientra nello SP. Il valore associato ai beni durevoli nelle attività rappresenta l’utilità residua che possiamo ancora sfruttare data dalla differenza del costo d’acquisto e il fondo di ammortamento. I fondi di ammortamento nello SP civilistico vengono portati a diretta deduzione del valore precedente dell’impianto, spostandosi dalle passività ad attività, cambiano di segno. Le immobilizzazioni in quanto tali sono caratterizzate dal modo in cui il bene si usa in azienda, un impianto non è di per se un’immobilizzazione, ma diventa tale in un’azienda che vuole usare lo stesso per molti anni. È l’utilizzo a cui il fattore produttivo vien destinato che lo rende un’immobilizzazione. Tali immobilizzazioni possono essere immateriali (brevetti, marchi, concessioni…), materiali (beni durevoli come fabbricati, impianti, macchinari…) e finanziarie (per lo più rappresentate da partecipazioni, cioè quote di proprietà di altre aziende, attraverso cui si possono creare sinergie utili per l’attività caratteristica), disciplinate dal codice civile e riferite a beni durevoli di diversa natura. Le ultime si distinguono dalle altre perché non si ammortizzano. Attivo circolante, in cui troviamo voci riferite a fenomeni differenti, tra cui: le rimanenze, cioè fattori produttivi acquistati nel periodo ma che al termine di esso erano ancora disponibili in magazzino, almeno una parte, se un fattore produttivo non si utilizza, il suo costo non può essere inscritto nel CE, non rientrando nel costo di periodo, tale costo si rinvia al periodo successivo; esprime così la disponibilità di un fattore produttivo acquistato ma non ancora utilizzato; al tempo stesso si andrà a modificare il conto 2degli acquisti che verrà con il saldo ad avere solo il valore delle materie effettivamente utilizzate. Non vanno nelle immobilizzazioni perché fanno riferimento a un fattore produttivo corrente, utilizzabile una sola volta. Oltre alle rimanenze troviamo poste finanziarie come i crediti, cioè diritti ad incassare somme di denaro, esprime una futura entrata di denaro che fa già parte del patrimonio dell’azienda, nell’analisi di bilancio, i crediti sono detti liquidità differite, cioè denaro che verrà incassato più avanti. Inoltre le disponibilità liquide. Cioè il denaro che abbiamo in cassa o nei conti bancari, eventualmente si potrebbero trovare voci analoghe alle immobilizzazioni che però gli amministrazioni hanno intenzione di tenere per poco tempo. Infine i ratei e risconti attivi, dovuti alla competenza economica, cioè fattori produttivi acquistati ma non ancora utilizzati (risconti), come le rimanenze ma rivolte a servizi piuttosto che a beni materiali; al contrario i ratei sono delle sorte di crediti che non possono essere chiamati tali perché sono valori presunti, che dovrebbero formarsi nel corso del periodo successivo. Tra le passività troviamo le passività e il capitale netto: Patrimonio netto o capitale netto, costituito da diverse voci, è un fondo di valori derivati dalla differenza tra attività e passività. In sintesi troviamo capitale sociale e riserva sovrapprezzo azioni, cioè il denaro versato dai soci quando hanno deciso di sottoscrivere quote di capitale o azioni, diventando socio, il valore delle sottoscrizioni dei soci, può essere aumentato anche dopo la costituzione originaria dell’azienda; oltre a questi diverse riserve legale, statutaria e altre, come salvadanai, che si alimentano nel momento in cui i soci decidono di non distribuire gli utili di periodo dopo aver generato un risultato economico di periodo positivo, si tratta di un autofinanziamento che si è generato reinvestendo questi risultati economici; utile o perdita d’esercizio, derivante dal risultato economico dell’azienda che può essere positivo o negativo, e e negativo erode il capitale/patrimonio netto, essendo in esso contenuto. Questo risultato netto di periodo si inscrive anche nel patrimonio netto per permettere che si produca il pareggio economico, va ad aumentarlo se il risultato è positivo o a diminuirlo se dovesse essere di segno negativo. Il patrimonio netto comunque non è la somma che i soci si devono aspettare di percepire nel caso della cessazione dell’azienda, il cui valore è influenzato dalle capacità contrattuali ma anche da altre circostanze come l’avviamento, dato dalla valutazione delle prospettive future. Questo valore non rientra nel bilancio di esercizio, essendo dato che operazioni che ancora non sono compiute, mentre con il primo si fa una sorta di resoconto delle operazioni dell’esercizio e dei loro risultati; troverà piuttosto posto nel bilancio straordinario. Fondi rischi ed oneri e trattamento di fine rapporto, un debito dell’azienda nei confronti dei dipendenti, che si viene a creare per legge, obbligando a trattenere parte della retribuzione maturata che verrà fornita alla fine del rapporto lavorativo Le passività sono debiti, obbligazioni a pagare, denaro da restituire. Nel CE civilistico i debiti sono classificati in base alla tipologia di debitore. Di nuovo ratei e risconti passivi. Le caratteristiche dello stato patrimoniale secondo il codice civile, le voi sono codificate con lettere maiuscolo, numeri romani, numeri arabi e lettere minuscole. Esiste una codificazione che prevede che la sequenza di questi sia sempre definita. Le voci indicate con i numeri arabi si possono unificare. Oltre a queste voci è possibile aggiungerne altre, se significativo. Nello stato patrimoniale la sistemazione delle voci è dovuta non alla loro natura ma alla funzione per cui gli amministratori vogliono destinarle; inoltre emerge il divieto di compensi di partite, cioè non è possibile compensare crediti e debiti neppure se contratti nei confronti dello stesso soggetto, per rappresentare precisamente ai terzi tutti i debiti, cioè gli obblighi in capo all’azienda e i crediti , cioè i diritti a riscuotere i pagamenti dall’altro soggetto. I crediti verso soci per versamenti ancora dovuti fanno riferimento al fatto che la legge da la possibilità ai soci di differire il pagamento delle quote di proprietà che acquistano pagando subito il 25%, e la parte rimanente si iscrive sotto questa voce, un credito dell’azienda verso i soci. Quando la voce ha un valore zero, significa che il capitale sottoscritto è stato interamente versato, se emerge invece un importo, significa che quella parte non è ancora stata versata. 3Per legge i valori di bilancio devono essere confrontabili nel tempo, quindi ai valori dell’esercizio, si devono affiancare i valori dell’ esercizio precedente. Troviamo poi tutte le voci già elencate ieri: immobilizzazioni immateriali con tutti i loro elementi (se dovessero esserci dei salti nei numeri che elencano le voci è perché le voci in questione hanno valore zero), le immobilizzazioni materiali (in cui i numeri che si affiancano alle voci rappresentano il valore residuo, dato dalla differenza tra costo di acquisto attrezzature al netto del fondo di ammortamento che è stato maturato, le informazioni di partenza dovrebbero essere fornite nella nota integrativa), immobilizzazioni finanziarie e infine l’attivo circolante. Al di sotto i crediti, già in parte presenti nelle immobilizzazioni finanziarie; altre attività finanziarie che non costituiscono immobilizzazioni, e le disponibilità liquide. Nella sezione passivo/netto, troviamo inizialmente patrimonio/capitale netto, i fondi riserva (utili di esercizi precedenti e reinvestiti in azienda), oltre ad altri fondi di riserva, e il risultato di periodo. Seguono i fondi per rischi ed oneri, come dei debiti con caratteristiche particolari; il TFR, e tutte le varie tipologie di debiti. Vediamo un esempio del divieto di compensi di partite, infatti si vede all’attivo che il soggetto ha del denaro in banca, e nel passivo debiti verso banche per un certo ammontare; probabilmente le aziende dove pone i soldi e quelle presso cui crea dei debiti, sono le stesse e tali posizioni per legge non si possono compensare, ma devono essere poste nell’attivo e nel passivo. Per l’analisi di bilancio, rispetto a crediti e debiti, è necessario evidenziare quelli entro e quelli oltre l’esercizio successivo, imposto per legge. A volte non viene specificata la parte esigibile entro o oltre l’esercizio successivo, si assume allora che la totale quota sia esigibile entro l’esercizio successivo. Il totale del passivo deve perfettamente coincidere con il totale dell’attivo IL CONTO ECONOMICO Si costruisce con un prospetto scalare, contrapponendo ricavi e costi con segno opposto nella stessa sezione. Si può calcolare il risultato di periodo come la differenza tra ricavi e costi (proventi). Le informazioni che traiamo da un conto economico come quello in esempio, sono esigue, perché abbiamo difficoltà nell’individuare le cause che hanno portato il risultato di periodo, a differenza del conto economico scalare, che ci da informazioni in più: prevede delle categorie gestionali diverse con macro voci identificate con lettere maiuscole (A,B,C), A- valore della produzione, che permette di rappresentare dal punto di vista economico e monetario, ciò che è stato realizzato nel corso dell’esercizio; si deve capire veramente cosa è stato prodotto, per poter confrontare questo valore con i costi sostenuti per tale realizzazione. Ci permette di capire quanto vale quello che abbiamo realizzato nella produzione B- costi della produzione, cioè quello che abbiamo consumato nell’anno per la produzione ottenuta. Queste due voci sono correlate, e si confrontano per tentare di giungere a un’azienda efficiente, massimizzando la produzione con il minor costo possibile. Questi due aggregati di valore si leggono insieme per verificare se un’azienda sia stata efficiente o meno. Tali ragionamenti sono invece complessi con il conto economico a costi, ricavi e rimanenze, con le voci elencate nell’attivo e passivo. Non è possibile fare gli stessi ragionamenti con il CE precedente perché ci sono componenti economiche che sono estranee o non attinenti all’attività operativa di un’azienda, come quelle connesse all’attività della gestione del fabbisogno di finanziamento, che sono analizzate a parte. Confrontando diversi conti economici si deve fare riferimento alla gestione operativa caratteristica e in seguito aggiungere altre aree. Le categorie stabilite dal codice civile ci aiutano a distinguere i costi e ricavi dell’attività caratteristica, rispetto a C- proventi ed oneri, connessi ad altre categorie. (TFR) La prima area che troviamo nel conto economico è quella connessa all’attività operativa caratteristica Nel conto economico civilistico si vuole mettere in evidenza ciò che è stato prodotto nel corso dell’esercizio, riferendoci al criterio della competenza economica: per avere il valore di ciò che abbiamo prodotto durante l’anno si combinano tre voci, i ricavi di vendita, le rimanenze finali di prodotti finiti e le esistenza iniziali dei prodotti, così saremo in grado di trovare questo valore. I ricavi di vendita danno un’idea della quantità, del valore, dei prodotti venduti durante l’anno, ma devo capire se tali prodotti sono stati prodotti nell’anno o 4magari risalivano a periodi precedenti, le rimanenze finali sono prodotti disponibili alla fine dell’anno che potrebbero essere comunque stati realizzati nel corso dell’anno o nel corso di quello precedente; sicuramente nell’anno non sono state prodotte le rimanenze iniziali, che all’inizio dell’esercizio già esistevano. Per trovare il valore di ciò che abbiamo prodotto durante l’anno sommiamo ricavi di vendita e rimanenze finali di prodotti finiti, meno esistenze iniziali di prodotti finiti. Tutto questo si può esprimere come ricavi di vendita più la variazione delle rimanenze (finali-iniziali). La variazione potrà avere segno positivo o negativo, se il segno è positivo significa che nell’anno abbiamo prodotto valori per un totale superiore rispetto a ciò che abbiamo venduto. Per interpretare la dinamica reddituale dell’azienda, dobbiamo rapportare il costo che esprime il consumo di ciò che abbiamo prodotto, a quanto vale. Dobbiamo avere la cognizione del valore che abbiamo prodotto per rapportare a questo valore le quantità di consumo che si sviluppano nelle attività produttive; se confrontassimo i ricavi di vendita e il consumo, perderemmo un pezzo quando nell’esercizio avessimo prodotto un valore superiore a quello venduto. Se la variazione delle rimanenze ha segno negativo, in un dato esercizio abbiamo prodotto un valore inferiore rispetto a ciò che totalmente abbiamo venduto. Questo ci permette di interpretare il conto economico e di rapportare correttamente i costi dei consumi produttivi, a ciò che abbiamo prodotto, se ci confrontassimo in questo caso con i ricavi di vendita, avremmo una sottostima dell’efficienza. La prima voce nei costi della produzione, risulta essere l’acquisto di materie prime (nel reale conto economico non si evidenziano i numeri con valore positivo o negativo). In seguito troviamo i costi per servizi, che nel CE civilistico non sono dettagliati rispetto alle diverse categorie, ma ricomprendono tutti i costi che possono essere connessi a servizi, come acquisti di servizi di produzione (ad esempio la produzione esterna o quelli di manutenzione), i servizi di trasporto, la forza motrice (come energia elettrica …), ma anche i servizi di assicurazione. Ci sono poi i costi per godimento beni di terzi, come nel caso di fitti passivi o comunque tutte le situazioni in cui godiamo e utilizziamo un bene appartenente a terzi, anche i canoni leasing. Al punto nove i costi per personale, che di solito si articolano in contabilità con voci diverse. Alla voce dieci ammortamenti, cioè le quote di costo relative a fattori produttivi pluriennali cedute nel corso dell’esercizio e accantonamenti. Troviamo in seguito la variazione delle rimanenze delle materie prime, mentre parlando di servizi l’acquisto di esso coincide con il suo consumo, dato che non si possono avere rimanenze, la stessa cosa non si può dire per le materie prime come si nota anche dal fatto che vi sono delle rimanenze, per valutare il risultato di periodo devo vedere ciò che ho consumato: per calcolare il consumo vado a vedere quante materie ho preso oltre a quelle che avevo e da esse tolgo quelle che a fine esercizio mi sono rimaste, cioè materie acquistate più le esistenze iniziali meno le rimanenze finali (consumo materie prime), cosa che può essere scritta anche come acquisti meno la variazione delle rimanenze (finali meno iniziali). Il patrimonio netto è un fondo di valore astratto e potrebbe aumentare o diminuire in base alla valutazione che diamo ad alcune poste dell’attivo, ed è dato da differenza tra attività e passività. Totale attività SP deve essere uguale alle passività più patrimonio netto SP. Nel CE si sceglie un prospetto scalare per poter aggiungere informazioni per capire meglio il risultato di periodo, essendo il conto economico strutturato in riferimento a due macro-voci distinte da lettera A e B, cioè valore della produzione e costi della produzione. Il primo ci permette di calcolare in termini economici quanto vale ciò che si è realizzato durante l’anno con una stima; si parte dai ricavi di vendita sommate alle rimanenze finali dei prodotti finiti, con un valore che rappresenta ciò che al massimo avremmo potuto realizzare nel periodo, per capire però realmente la produzione di quel periodo sottraiamo le esistenze iniziali che già avevamo, cioè si calcola la variazione tra le rimanenze e in seguito si somma essa direttamente ai ricavi di vendita. Dopo aver calcolato la produzione ottenuta si vanno a raggruppare tutti i costi della produzione ottenuta, riferiti a diversi fattori produttivi, (ad esempio tutti i costi sostenuti per affitti di locali o magari contratti di leasing). I costi nello schema civilistico del CE, sono classificati per natura, cioè riferiti ad una tipologia di fattore produttivo. Se il valore della produzione esprime quanto vale ciò che è stato realizzato nel corso del periodo, i costi della produzione ci danno l’idea del consumo di fattori produttivi in relazione a quanto abbiamo prodotto. Per quale valore abbiamo consumato i diversi fattori produttivi di gestione in relazione a quanto prodotto. L’efficienza corrisponde al rapporto tra input e output, nel CE si contrappongono quanto abbiamo prodotto, il suo valore e l’input, cioè la quantità di fattori produttivi che abbiamo dovuto impiegare, per capire l’incidenza di un costo sul volume ella produzione realizzata. 5